l’erba del vicino

Giorno di elezioni, in Zimbabwe. Con ogni probabilità, tra le consuete accuse di brogli e le armi a difendere i “diritti” del più forte, sarà confermato nuovamente eletto come presidente il “giuovincello” Robert Mugabe («Solo Dio può destituirmi») e nuovamente primo ministro Morgan Tsvangirai.

Certo che questi paesi, con presidenti novantenni che si fanno rieleggere in eterno e si credono i re dell’universo; con parlamenti bicamerali solo d’etichetta; con governi di accordo con l’opposizione per poter tenere le mani immerse nel potere da parte di una classe politica invasa dalla corruzione, mentre il paese versa in una situazione economica di profonda recessione ed in una crisi sociale, politica e umanitaria senza precedenti, con livelli di disoccupazione giovanile – e non solo – alle stelle mentre vengono favoriti amici e parenti dei governanti; ecco, certo che questi paesi proprio non li capisco.

Ops.

Questo ed altri post nella categoria “Robevarie” che potete trovare su “I discutibili“. E già che ci siete, date una lettura ai post del tema della settimana: si forniscono dati, si riflette e si discute sull’E.A.P., ovvero editoria a pagamento.

22 thoughts on “l’erba del vicino

  1. semsem, si dice in sierra leone per dire che due cose sono uguali. semsem ba different è un altro dei ritornelli in questa loro lingua straordinaria che si scrive come si pronuncia (e vorrai mica far la fatica…). proprio come il tuo post, semsem ba different.

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  2. sono fuori argomento, ma non sapevo dove dirtelo, scusami.
    ci tengo ad avere un tuo parere sul metodo stamina di vannoni…farai un post …magari?!?

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  3. E’ sempre tutto un rimescolare di forma senza nessuna sostanza. Cambiano i nomi, le longitudini, ma gli effetti rimangono gli stessi. Io per un po’ cercherò di non pensarci, prenditi una pausa pure tu 🙂

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