di letamai e banali parallelismi

Oggi, dopo aver sentito per la millemilesima volta il discorso «voi giovani bla bla bla lamentarvi del precariato bla bla bla rimboccarvi le maniche bla bla bla», ho deciso che, vista la collettiva resistenza atavica alla comprensione di certi banali passaggi logici, da adesso in avanti scriverò le mie considerazioni infarcendole di metafore e paragoni, ché magari certi concetti siano più facili da spiegare. D’altronde, mi dico, se è vero che da secoli le religioni e le filosofie si reggono tanto più efficacemente quanto più rendono semplici e banali i concetti tramite parabole didascaliche o storielle moralistiche, perché non dovrei raggiungere lo stesso scopo in un post?

Bene. Quindi, tanto per dirne uno: se io, padre di famiglia, riempissi di letame ed immondizia la mia casa, nonché svendessi ad un prezzo ridicolo le (poche) cose di valore che contiene oppure, ancora peggio, quelle necessarie alla sussistenza dei miei figli e se, quando la mia prole chiedesse conto di ciò che sto facendo, rispondessi a lui o lei (tenendo nel frattempo un birra in mano e una striscia di cocaina sul tavolo davanti a me): “Arrangiati (burp!). E se vuoi, pulisci rimboccandoti le maniche e smettila di lamentarti”, la conseguenza minima, ma minima minima, sarebbe l’essere considerato quantomeno uno stronzo da amici, parenti, conoscenti – e giornalisti. In caso di gravità o pericolo per le condizioni fisiche della prole, poi, nella peggiore delle ipotesi, sarebbero contemplabili i servizi sociali fino alla perdita della patria potestà.

Ecco, fatti i dovuti paragoni, a chiunque di età superiore ai cinquant’anni sentirò dire – per l’ennesima volta – che noi giovani precari e disillusi da questo paese dovremmo smettere di lamentarci e rimboccarci le maniche, abbiate la compiacenza di capirmi se, anche senza rivolgermi direttamente ai servizi sociali della lotta armata, avrò il buon gusto di considerare costui, quantomeno, uno stronzo.

43 thoughts on “di letamai e banali parallelismi

  1. Ferisce questo modo di pensare di chi ha vissuto in un mondo in cui rimboccarsi le maniche era possibile. Non so quanti anni tu abbia, io giovane non lo sono più, almeno non anagraficamente, ma la fatica di questo mondo la vedo e la capiso e il paragone che fai tra Italia e padre di famiglia è quanto mai azzeccato

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  3. quando ci vuole ci vuole, eh.
    ieri ho visto gli ultimi 30” di un’intervista di apertura di servizio pubblico. c’erano due “giovani” che se lo dicevano da soli che non bisogna lamentarsi ma rimboccarsi le maniche. uno ha chiuso dicendo: “non chiedere al tuo paese di fare qualcosa per te, ma fai tu qualcosa per il tuo paese”. ho spento la tv. ora, ho visto solo quel pezzo quindi non posso giudicare, ma prima di farmi salire la pressione ho preferito prevenire.
    buonanotte, adp!

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  4. un paragone molto calzante e suggestivo ammmen!
    ah, se ci fosse un campanello al quale suonare x rivolgersi ai servizi sociali della lotta armata (:D)!!
    pensa che pure mia madre, 77 anni ed inguaribile assertrice della legge del sacrificio (qualunquessosiasempreaoltranza!), dice “certo, più di cosi cosa devono fare sti giovani!”….confesso che mi ha stupito!

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  5. io penso che, più o meno consapevolmente, si sia rimpicciolito talmente il tessuto (e qui si aprirebbero discorsi incidentali infiniti sul mercemonio trascorso) che a dire il vero non abbiamo più neppure le maniche, a volercele rimboccare.

    inoltre, io penso che nella desolazione che intravediamo nei gesti, nelle idee e nella cultura politica diffusa, a volte la possibilità di trasformare una canotta in maniche sembri solo una chimera.

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    • rideafa, le tue riflessioni sono sempre di grande stimolo e ti ringrazio davvero. sul primo aspetto, non posso che darti ragione: fosse anche solo quello percepito, l’attuale “potere d’acquisto” del cittadino comune è sensibilmente diminuito. sul secondo aspetto, mi chiedo sempre più spesso se davvero sia un’anomalia solo italiana o se non sia piuttosto l’ovvia conseguenza di un sistema economico che globalmente ha ormai ampiamente dimostrato la sua fallacia.

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