siamo in missione per conto di dio

La fonte è questa.

Una richiesta scritta ai 6.102 insegnanti di religione della Diocesi ambrosiana per avere la segnalazione dei colleghi e dei progetti che nella loro scuola trattano con gli alunni temi legati all’omosessualità e all’identità di genere. La lettera, riservata, è stata messa online sul portale a cui accedono solo i prof di religione con una password. E appena in Curia è arrivata la notizia che il contenuto della missiva stava per diventare pubblico, come d’incanto la lettera è sparita. Con la precisazione che si trattava solo di «un’indagine informale». Alcuni docenti di religione però l’avevano già stampata e si erano interrogati sul suo significato, prima di girarla a Repubblica. «Cari colleghi — si legge nella lettera scritta dal responsabile di settore della Diocesi, don Gian Battista Rota — come sapete in tempi recenti gli alunni di alcune scuole italiane sono stati destinatari di una vasta campagna tesa a delegittimare la differenza sessuale affermando un’idea di libertà che abilita a scegliere indifferentemente il proprio genere e il proprio orientamento sessuale». Una lettera che pare dunque pensata per mettere in piedi un sistema di contromisure che “proteggano” gli ignari studenti dalla “campagna” di indottrinamento e dal confronto con i temi “sensibili” per la chiesa cattolica. «Per valutare in modo più preciso la situazione e l’effettiva diffusione dell’ideologia del “gender” – scrive la Curia – vorremmo avere una percezione più precisa del numero delle scuole coinvolte, sia di quelle in cui sono state effettivamente attuate iniziative in questo senso, sia di quelle in cui sono state solo proposte».

Giuro, ho fatto solo copia e incolla. Il grassetto, ecco, quello l’ho aggiunto io.

Non ho altro da aggiungere.

Penguin

80 thoughts on “siamo in missione per conto di dio

      • io poi ci lavoro vicinissima, e ci abito pure a distanza di insicurezza.

        io però ripeto a me stessa che in fondo è solo un fatto di architettura e luci.

        san pietro di notte è meravigliosa.

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        • ma infatti. io, da dove lavoro, alla sera vedo il duomo illuminato ed è anche quello un bello spaccato architettonico, sopratutto nel contrasto con la velasca lì a fianco.
          hai ragione, comunque. il problema, in fondo, sta tutto lì: se si spostassero nel settore “arte & cultura” anziché rimanere in quello “religione, etica & morale”, ma sai quanto ne guadagnerebbe il mondo?!? (e questo paese in particolare)

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  1. c’è da dire che la rete mette nei guai anche la Chiesa; un tempo informazioni così le avrebbero ottenute senza clamore nella penombra di una sacrestia o passeggiando attorno ad un chiostro con solo un paio di persone giuste. Troppo moderni!

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    • vero. certo, confesso che, in cuor mio eh, mi vien da pensare che una comunicazione così sia un po’ troppo per credere a una banale leggerezza, a una banale fuga di informazioni. come dire: una comunicazione “riservata” a seimila persone, per definizione, non è riservata.

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  2. Mentre l’umanità avanzava con tante, tantissimi difficoltà tra pregiudizi e giudizi dietro le quinte, dietro l’altare, la musica dell’organo diffondeva note sempre più gravi, pesanti che seguivano vie poco celesti.
    Incombevano nelle città sopra gli uomini e dentro i loro cuori facendoli retrocedere.
    Ma dio c’è
    è nella rete…la grande rete del wifi.

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  3. Letto anch’io questa mattina, direi che sono piuttosto indignata.
    Da studi in corso, anche se in altro settore, pare che questo “metodo d’indagine” sia stato ampiamente utilizzato per orientare le azioni dell’organizzazione-chiesa atte a contrastare il “nemico” del momento.

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      • Premetto che non sono del settore, riporto l’esito di dialoghi sul tema con amici ricercatori. Nello specifico non posso fornire riferimenti, anche perché la ricerca è in corso e aveva altri scopi, ma gli amici fra i vari documenti originali hanno pescato indicazioni dal Dopoguerra in poi di “ricerca di informazioni sull’estendersi di pericolose deviazioni”, ai fini (non sempre esplicitati) di condurre le più idonee campagne di salvaguardia. Sostanzialmente, la Chiesa si è sempre mossa sia con indottrinamento esplicito che “sottotraccia” influenzando il sentire comune, con metodi ben organizzati.

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  4. Ma che vi aspettavate? Da sempre l’insegnamento della religione cattolica (perché è così che di chiama IRC) è presente nelle scuole pubbliche svolto da insegnanti pagati dallo stato ma scelti dalla curia. Nella scuola primaria sono due ore per settimana che però costano quattro perché i bambini che non si avvalgono di tale insegnamento … svolgono due ore di attività alternative con un altro insegnante.
    Già questo dovrebbe far riflettere senza entrare nel merito dei contenuti.
    Dopo le forze dell’ordine che chiedono i nomi degli “scioperanti” questa notizia mi sembra normale.
    Buona sQuola a tutti!

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  5. Tutte le situazioni ecclesiastiche. La denuncia il portare a conoscenza delle manfrine è fondamentale affinché il sistema non faccia danni ulteriori. Ritengo il corpo docente di ogni ordine e grado abbastanza intelligente da prendere le dovute distanze. Tant’è che soltanto da loro. Dai docenti di religione può essere partita la denuncia al quotidiano da cui hai preso la informazione.

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  6. ho scritto e ricancellato il mio commento tre volte, e solo perché stimo adp e non voglio scatenare un putiferio, ma sappiate tutti che il vostro buonismo progressista da due soldi mi fa vomitare

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    • francesco, perdonami, mi son permesso di editare il nome nel commento, ho messo adp.
      “buonismo progressista” intendi relativamente al contenuto (mi ricordo ne parlammo già in commento a un vecchio post) o per il fatto che non disapprovi che ci sia un “controllo” da parte della curia?

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      • io mi aspetto che la curia si interessi di questa e di altre cose che in un modo o nell’altro tocchino (non per forza “contrastino”) gli insegnamenti che promuove. La chiamerei una pura e semplice “indagine di mercato”.
        E non fingo stupore o indignazione (falsa, stereotipata, di massa e pretestuosa).
        Non è molto diverso da quello che fa l’arcigay (o, per quanto mi riguarda, il milione di movimenti femministi o pseudo tali) quando passa in rassegna tonnellate di comunicati stampa o pubblicità (caso Barilla, ricordate?) in modo da non perdere nemmeno un’opportunità per attaccare un sistema da cui si sentono esclusi (dimenticando che sono loro stessi a fare di sé una categoria da proteggere, sminuendosi da soli).
        O vogliamo parlare delle battaglie per la famiglia? A quanto si evince dai commenti (qui e altrove) pare che alcune battaglie per la famiglia siano più giuste di altre. E perché? Solo e unicamente perché va di moda fare gli intellettualoidi progressisti e attaccare l’istituzione Chiesa ad ogni minima occasione, senza, peraltro, avere minimamente idea di cosa si stia, in realtà, tentando di attaccare.

        A queste persone io auguro dal profondo del cuore che i loro figli (futuri, se non ne hanno ancora) diventino omosessuali, giusto per vedere che fina farebbe la loro decantata apertura mentale.

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        • rispondo alla prima questione, perché credo sia l’argomento del post. la differenza tra “indagine di mercato” e “schedatura” è minima, ed ovviamente, concordo con te, dipende da quale parte guardi la medaglia. ciò che genera in me indignazione è che questo avvenga in un contesto di insegnamento e di scuola pubblica in uno stato che per me dovrebbe rimanere ontologicamente laico. della chiesa, nella scuola, direi tutto fuorché che si tratti di minoranza esclusa, ecco.

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          • Vale lo stesso per chi intende fare “aufklärung” nello stesso contesto. A un certo punto devi decidere: lasci questi temi alla famiglia o alla scuola? In base a quello che scegli entrambe le parti in causa hanno pari diritto a sostenere la propria parte. Tu parli di schedatura. Io ti chiedo: “e se fosse fatto per adeguare il programma nelle scuole più aperte a questo tipo di discorsi agli stessi, fornendo il proprio punto di vista in modo più circostanziato?”

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          • mmmmh. “una vasta campagna tesa a delegittimare la differenza sessuale” e “ideologia di gender” non mi fanno pensare a questa seconda ipotesi. sinceramente: a te sì?
            parlando a livello personale, scelgo di parlarne in famiglia. parlando a livello collettivo, sostengo una scuola che supporti le famiglie che non lo fanno.

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          • dal momeno che i toni di chi introduce queste campagne informative (li chiamano loro così, si noti) di solito partono dal presupposto che ci sia qualcosa da sconfiggere, più che qualcosa da insegnare in aggiunta ad altro, direi che un tono altrettanto allarmistico e duro non sia una cosa da tenere in considerazione. In Italia ormai si è perso qualsiasi rispetto per la parte che la pensa diversamente che non mi stupisce più nulla (e senza arrivare agli estremi di maleducazione di un Grillo). I sessi sono due, e sono differenti. Chiunque affermi qualcosa di diverso è un idiota, che crede in idiozie e, se fa parte di un’associazione o gruppo, è spalleggiato da idioti. Per cui “delegittimare la differenza sessuale” può sembrare una cattiva scelta di parole, in un clima, come quello italiano, suscettibile al punto da indignarsi per ogni scoreggia di cane, ma non più di questo. “Ideologia di gender” è ciò che sta diventando la lotta per la parità dei diritti di omosessuali &Co (non so come tradurre in italiano “transgender”, quindi evito). Tutto nasce per minare alle fondamenta un’istituzione come la famiglia, che in Italia (almeno dalle mie parti, che qui al Norde la maggior parte delle persone non sa nemmeno cosa sia vivere in una famiglia) è sempre stata a fondamento della vita sociale (tu stesso preferiresti affrontare “in famiglia” il discorso, quindi per te la famiglia non si limita a essere un gruppo di persone con geni in comune, ma nucleo in cui condividere esperienza, saggezza, affetto e sapienza).
            Una sorta di “Divide et impera”, insomma. Infatti, come potrebbero queste “categorie protette” avere una minima, una miserrima speranza se il valore della famiglia fosse ancora forte come un tempo?
            Sinceramente mi aspettavo anche la dichiarazione da parte di qualche associazione come il Movimento Famiglie Arcobaleno (sto povero arcobaleno una volta era simbolo della pace, ora della lotta per l’uguaglianza delle unioni omosessuali… mi sa che per come sta andando la Maglietta Arcobaleno sarà la prossima divisa dell’Inter). Tutte queste associazioni di cornacchie stanno appollaiate sul loro ramo e appena vedono una minima crepa da qualche parte si lanciano per dilaniare il malcapitato. Non sono molto meglio di compare Sgarbi, in effetti: sempre esagerati, inopportuni, ostinati come un sindacato e inconcludenti come il M5S.

            Sì, io ci vedo solamente un interesse a sapere in quali scuole inviare inssegnanti preparati a parlare di omosessualità e nulla più di quello.
            La classica zanzara diventata elefante in mano a un giornalista di parte e tendenzioso. Basta leggere il titolo dell’articolo: La Curia ai professori di religione: “Segnalateci le scuole pro omosessuali”
            Un titolo perfetto per un paese fatto di persone mediocri e ottuse e portate, un po’ alla volta, a sentirsi una scopa nel c*** ogni volta che leggono una notizia che parli della chiesa…

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          • ho capito quel che intendi. la dichiarazione delle famiglie arcobaleno, per altro, c’è stata ed è riportata dall’articolo di fondo. ciò che non condivido è il fatto che una scuola possa essere usata per comunicare una dottrina. se una famiglia cattolica sceglie di mandare il proprio figlio a catechismo, nessun limite a ciò che viene comunicato in quel contesto.
            ma in una scuola pubblica non concepisco che l’argomento sia appannaggio di un insegnante di religione: è l’intera istituzione scolastica che se ne fa carico, e mi aspetto che lo faccia offrendo non solo “pluralità di vedute”, ma anche stigmatizzando il fatto che una coppia omosessuale possa delegittimare l’idea di famiglia. non entro nel discorso di genere: su quello potremmo parlare all’infinito, so che abbiamo posizioni diverse. ciò che a me preme sottolineare è la non appropriatezza dell’intervento nel contesto scuola pubblica.

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          • Questo ci trova d’accordo.
            Se ci deve essere l’insegnamento della religione cattolica allora che sia presentata come un’opzione fra tante, e non come l’unica valida.

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  7. La migliore scritta mai vista sull’autostrada: Sotto un “Dio c’è”, la mano ignota scrisse “O ce fa?”
    Scrivevo non ricordo più a chi, giorni fa, della commistione tra stato e chiesa, ma non in termini di potere temporale quanto più in termini di lobbying strisciante. E rilevavo come questo fosse il dato più inquietante, e come questo abbia contribuito a fare della chiesa cattolica un “success case”, l’unica istituzione a mia memoria che sia uguale a se stessa da un paio di millenni, secolo più secolo meno.

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    • rotolo. un plauso a chi lo scrisse. 😀
      mi piace la riflessione, concordo abbastanza sull’uguaglianza a se stessa ma solo per per quel che riguarda gli aspetti gerarchici; penso più a una struttura camaleontica molto capace di capire la direzione della società in certi contesti culturali (ma non in tutti, l’italia ha un osservatorio molto diverso dal resto del mondo)

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  8. Perchè non la fanno all’interno delle loro curie per vedere chi è che mette in atto comportamenti sessuali deviati? Avrebbero certo del bel materiale.

    Ad ogni modo a me spiace solo che l’IRC sia IRC e non solo IR, insegnamento delle religioni.
    Perchè sono sempre dell’idea che parlare della religione e del perchè l’uomo, in lungo e largo nel pianeta, se ne sia “creata” una, sia importante. E’ l’oppio dei popoli? Bene, parliamone!
    Ha a che fare con l’imponderabile, il divino, lo spirito, l’aldilà, le domande sull’uomo e le simpatiche e fantasiose risposte che ci si può dare. Ha a che fare con l’esigenza di nutrire non solo corpi ma spiriti anelanti, mistici, buoni, maligni…insomma, vedi? di tutto quello che non si osa più nominare, farciti come siamo di realtà e mondanità.
    E sarebbe bello fosse possibile farlo con insegnanti che rispetto a quelli di filosofia, lasciassero libero sfogo ai ragazzi di parlare di categorie “altre”, senza diaframmi e indottrinamenti.
    Ecco.
    Al solito sparo cazzate.

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    • figurati, ahimé è storia antica. IRC è, IRC rimane, nonostante le segreterie didattiche e gli insegnanti, al momento dell’iscrizione, si prodighino a dire che si tratterà di IR, che la visione è molto ampia, etc. etc. (possibilmente, aggiungerei, nell’ottica di scongiurare il più possibile che in certi contesti territoriali si possano verificare eccessive rinunce all’ora di IRC)

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  9. Fatti raccontar dalla mia amica che cosa è successo nei nidi di Venezia quando hanno acquistato un librino che da lontano poteva parlare di omogenitorialità. Fatti raccontar le scene di isteria collettiva ben coperte dal Comune per non far troppo nell’occhio.

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  10. Ti contesto solo una cosa: i Blues Brothers erano VERAMENTE in missione per conto di Dio (posto che Dio esista).

    Per il resto, dovrebbe farmi ridere o piangere, il fatto che un’istituzione come la chiesa parli di opera di indottrinamento? Me lo sto chiedendo da un paio di minuti, ma la risposta non mi viene in mente.

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  11. vorrei che chi usualmente bestemmia ne tirasse giù una grossa, di fronte a ‘sta roba.
    e vorrei ricordarvi che questa gente, grazie al duo Moratti-Gelmini, è pagata coi soldi nostri.

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    • come diceva mm, il discorso costi non è aspetto secondario. la scuola in fondo, in questo non è che specchio del quadro generale, a cominciare dall’atavica questione dell’esenzioni sul pagamento delle imposte sui beni immobili.

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  12. E’ aberrante, ma più di tutto è la parola “scelta” dell’orientamento di genere.

    ps. @Noise: oh, no, non duo Moratti-Gelmini, Berlinguer, mozione Sbarbati, primo governo Prodi, ahimé.

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  13. Caso mai qualcuno desiderasse istruirsi su questi misteriosi corsi tanto paventati dal Vaticano e sulla crociata in atto per impedirli, ho postato tempo fa una ricerchina in merito, ricca di link che portano a scoperte a modo loro interessanti:
    http://ildiariodimurasaki.blogspot.it/2014/05/il-gay-sotto-il-letto-2-di-bufale-e-di.html
    Piccolo dettaglio: la cosiddetta “ideologia di genere” se la sono inventata negli ambianti fondamentalisti cattolici. Nel resto del mondo c’è la “questione del genere”, che è una bestiolina un po’ diversa.
    Il fatto che la lettera diffusa dalle alte sfere per questioni di statistica sia stata resa pubblica mi induce, tutto sommato, a ben sperare. O almeno a non disperare.

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    • grazie murasaki del link. preziosissimo.
      colgo l’occasione per dirti che ho finalmente scoperto come seguire facilmente i blog su blogspot (ce ne ho messo, eh…) per cui arriverò spesso dalle tue parti, dopo averti a lungo letto in commento a ‘povna, iome, etc.
      sull diffusione della lettera (o meglio, sull’articolo di repubblica che non ho copiaincollato interamente, rimane una perplessità: “c’è stato chi fra i prof di religione ha deciso di ritirarsi dall’insegnamento”. ecco, confesso che se esiste anche solo uno/a che ha fatto una scelta simile, vorrei elevarlo a nuovo ispiratore di integrità morale per il paese tutto. ma temo che il giornalista l’abbia, come dire, fatta un pochino fuori dal vaso…)

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  14. Pingback: di oppio dei popoli e d’altre storie | ammennicolidipensiero

    • grazie della segnalazione: anche a me era passata inosservata. dopo l’altra boutade sull’educazione filiale, poi…
      continuo a stupirmi di come possa esser considerato “rivoluzionario” (…) un papa che in quanto a morale non si scosta di una virgola dal cattolicesimo dei secoli precedenti (con spiccata propensione alla logica del bastone e della carota)

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ammennicoli di commento