Un po’ per tradizione, forse un po’ per celia (ma non troppo), un po’ per la paradigmatica e proverbiale consuetudine che al secondo associa il terzo, ripropongo con l’inizio del duemilaquindici il promemoria delle frasi che non vorrei sentire, ma che temo non potrò esimermi dal subire, nel corso dell’anno a venire.
Le due edizioni precedenti (questa e questa) vengono, per l’occasione, solo minimamente ritoccate, in particolare alla voce «Giovanotto, non si va in bici sul marciapiede», che viene testé modificata in “Veramente un coglione“. Non si ravvedono miglioramenti relativamente al «Ma voi ricercatori, precisamente… cosa ricercate?», se non per il fatto che, ormai, la risposta è nota – come ricordano una meravigliosa vignetta di Passe partout: «In Italia, oggi, un lavoro.» o la laconica considerazione di Staino.
Non essendoci margine di miglioramento sui luoghi comuni («È la crisi…») che alimentano l’incapacità di cambiare la logica in base alla quale gli ammortizzatori della nostra disastrata economia debbano essere quelli sociali, i servizi ai cittadini (previdenziali, assistenziali, culturali); non volendo infierire con l’aggiunta di altri, di luoghi comuni («Una tragedia che si sarebbe potuta evitare…», «Era una famiglia perbene…»), che indubbiamente affossano comunicazione ecologica ed umanità ma che, fortunatamente, raramente mi coinvolgono in conversazioni dirette; potendo infine comunque solo riconfermare la disaffezione, per usare un eufemismo, nei confronti della già citata maggioranza silenziosa, concludo con i nuovi anatemi di quest’anno.
Sono frasi due-punto-zero, da emarginazione sociale, domande che già contengono la nota di recitazione di una smorfia senza bisogno di specificarla, sono domande da pronunciare dall’alto verso il basso, pressoché identiche nella sostanza e nondimeno nella forma: “Ma come, non hai feisbùk?!?“, a piacere intercambiabile con “Ma tu non hai uozzap?!?” (o, nella versione che direttamente bypassa il dubbio: “Te lo mando su uozzap!“).
Ecco, ricordo a tutti che la risposta, in entrambi casi, è no.
Detto ciò, perdonate la ripetizione del non per questo meno sentito: buon duemilaquindici di resistenza e auspicabili cambiamenti.
Possibilmente, in meglio.
Devo dire che wa lo trovo utile, tutto sommato, superati i giorni delle feste (ma d’altra parte prima di wa c’era inevitabile la pioggia di sms d’auguri in serie). Da fb invece sono uscita due anni fa, con grande senso di liberazione. Buon anno anche a te!
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effettivamente il calo degli sms degli auguri negli ultimi anni è stato notevole: quasi quasi non lo rimpiango… 😛
buon anno ricambiato!
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Senza wa lo scambio di compiti dimenticati dai figli avvrrebbe in fotocopie da recapitarsi a mano. A qualcosa serve. Buon anno
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ecco, questa però è una cosa che mi sfugge: ma che differenza fa usare la mail? d’altronde, per usare wa, bisogna comunque essere dotati di apposita tecnologia, no?
buon anno… ter? quater? perso il conto 😉
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Chiedere i compiti a un gruppo di genitori via wa è molto più immediato. Ti garantisco che sono in di più ad avete wa che una mail.
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sì, quello l’avevo intuito. nella classe del nostro pargolo funziona uguale, a wa è stata iscritta d’ufficio la mia compagna (in quanto donna, ma di questa anomalia già ne parlammo). ciò che in ogni caso, da parte mia, farei fatica a sopportare sono quel centinaio di messaggi al giorno (!). la mail mi pare ancora, come dire… più sobria, ecco.
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Pensa a un centinaio di mail al giorno che devi cancellare… 🙂
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effettivamente… sarà che però, forse, di mail mi sembra che se ne scrivano meno… 🙄
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Buon anno!
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anche a te, marta, grazie!
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Speriamo anche meno luoghi comuni, che dici, che quelli su Fb e wa, come ti ricordano le due commentatrici qua sopra, in buona parte lo sono, che dici? 😉 Io mi auguro di continuare a saper non considerare, come per ora riesco a fare, il metro delle mie personali idiosicrasie e cazzate misura del giudizio delle personali altrui.
Ah. E, ovviamente, di approdare finalmente su wa.
Buon anno.
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dico assolutamente sì: come scritto all’inizio, e a cominciar dal titolo, la gran parte di questi tre post è gioco, e certo i luoghi comuni che ho scritto lo sono ampiamente (ciò che non è propriamente gioco è la questione precariato…). anzi, confesso: non escludo di approdare io stesso, prima o poi, alla medesima tecnologia (wa, non fb, ma quello per altri motivi), così come accolgo pienamente lo stesso augurio di discernimento tra personale e collettivo. buon anno a te!
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Resistere sempre! Ma anche arrendersi qualche volta. Se no rischiamo di fare come l’ultimo giapponese sul pacifico (lo scrivo a te per dirlo a me stesso!). Ad ogni modo buon anno!
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uh cosa mi hai ricordato…
“C’é chi é come Paperon de Paperoni / Pieno di fantastiliardi di milioni / Ma poi sta sveglio tutte le notti / Per paura che arrivi la Banda Bassotti.
Ma io mi sento come Vil Coyote / Che cade ma non molla mai / Che fa progetti strampalati e troppo complicati / E quel Bip Bip lui non lo prenderà mai / Ma siamo tutti come Vil Coyote / Che ci ficchiamo sempre nei guai / Ci può cadere il mondo addosso, finire sotto un masso / Ma noi non ci arrenderemo mai.”
😉
buon anno ancora a te!
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Siamo tutti Vil Coyote! 😉
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Hai dimenticato una frase gettonatissima e che, come il nero, va bene con tutto: “é l’Europa che ce lo chiede”. 😜
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aaaargh, come ho potuto?!? 😀 (e noi che non sappiamo mai dare la risposta giusta) 😉
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Ieri ho letto un articolo (vabbe’, più che altro erano foto) sulle cose che in Ritorno al Futuro II (vecchio film di fantascienza che molti ggiovani manco avranno mai sentito nominare, del 1985) si prevedeva esistessero nel 2015, e infatti eccole qui. Si potrebbe fare la stessa cosa col dizionario dei luoghi comuni di Flaubert, e scopriremmo che in realtà uozzap è vecchio di secoli.
Buon anno.
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vero! la cosa più improbabile di quel film era che il cane si chiamasse einstein e lui doc, perché per il resto…
buon anno a te
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Arrendersi mai! E qui nessuno mi cita twitter e gli hashtag accazzodicane tipo #italiariparte del mitico autopremier che mi ricorda tanto la mia giovinezza quando tentavo di far ripartire la vespa a spinta, sulla cassia ,in salita ,sui tacchi.
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sì, che poi diciamocelo: “il viaggio dell’Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà tra le realtà industriali nuove e altamente innovative della Penisola” a me fa ridere solo a leggerlo…
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Io MI auguro (e lo auguro anche a tutti) di non essere Maggioranza Silenziosa. E di non sentirmi dire “Tanto peggio di così non può andare”, anche perchè, immancabilmente, si viene smentiti!
FB lo uso pochissimo, solo per diffondere i miei post. WA invece lo ritengo abbastanza utile, quanto meno per comunicare rapidamente.
Non chiedermi perchè, ma mentre leggevo il post, al momento delle due domande su FB e WA, mi è venuto in mente il grullo de Il ciclone “oh, che tu ce l’hai il Gratta e Vinci?”. Non chiedetemi perchè… Sofferenza da rientro al lavoro…
Buon anno a tutti!
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penso che il rischio di appartenere a quella maggioranza silenziosa ci sia in ogni momento, non solo a livello partitico. molte nostre scelte quotidiane sono, spesso, avallo silenzioso di comportamenti deprecabili (mi basta pensare ad ogni volta che acquisto un libro su amazon). il limite sottile che separa il “tanto peggio di così non può andare” però credo esista, e forse è fatto anche della consapevolezza dei propri limiti… quel che è certo è che quel “tanto non cambia mai nulla” non lo sento proprio appartenere: sono, e sarò, piuttosto, sempre più a mio agio con le lotte contro ai mulini a vento, ma mai rinunciare a lottare per ciò in cui si crede. buon anno a te!
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Mi piacciono tutte, ma soprattutto la prima che da me si trova nella variante: non si va in bici sotto i portici, cretina!
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ah! qua è difficilissimo andare in bici sotto i portici, sono lastricati scivolosissimi, quando curvi è una prova di equilibrio!
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La ‘povna e Amme senza uazzap???? 🙂 Sono notizie eh! Inaspettate anche! Sono esperienze anche quelle amme, non sempre belle. Pur amandolo e odiandolo al contempo (ma per i compiti quoto Pendolante, insostituibile!), credo tu debba lanciarti e provare. Anche perchè il bello di Wa e FB e TW e tutti i loro fratelli è che volendo si può tornare indietro, cambiare idea e ammettere che si stesse meglio prima. Un buon 2015 davvero!
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no, ma infatti penso che prima o poi proverò… (hai fatto caso che sta per sostituire il “non hai mai fumato in vita tua?!?” 😉 )
p.s. scusa il ritardo nella risposta, ero via per qualche giorno di ferie.
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