tra improbabili proposte e sensi di colpa

Il fine settimana appena trascorso ha riservato cambi di programma imprevisti, trasformando una giornata inizialmente programmata a pagaiare per fiumi in una piacevole giornata più o meno domestica di chiacchiere con amici.
Di queste vale la pensa riportare un breve stralcio di conversazione – si parlava di eventi teatrali, ma il discorso vale in generale – che si configura a pieno titolo come suggerimento ai diretti interessati per il tempo a venire:
«Certo che il prezzo del biglietto non facilita…»
«D’altronde, potrebbero anche rivedere un po’ le agevolazioni: sconto per gli over 65. Ma ti pare? Che gli over 65 di adesso, se sono in pensione, hanno sicuramente più possibilità di andarci. Dovrebbero istituire il biglietto ridotto per famiglie-con-almeno-due-figli-a-carico-e-genitori-con-lavoro-precario-ammesso-che-ci-sia, se davvero volessero venirci incontro…»
Ecco, magari l’idea – nata per celia – può parer balzana, ma sappiate che se ci fosse qualcuno disposto a farsi promotore di una campagna in piena regola avrebbe già almeno quattro sostenitori. Certo, si potrebbe obiettare, dall’altra parte gli artisti non navigano in buone acque; da praticante, confermo assolutamente. Non si tratterebbe però di ridurre gli introiti; si tratterebbe solo di ridistribuire gli oneri gravando in minor misura su quelle che oggi sono, di fatto, categorie con minor potere d’acquisto.

Detto ciò, ieri era penultima domenica di Cita un libro – #ioleggoperché. Sarei anche riuscito a pubblicare entro mezzanotte un piccolo post-it sul tema, senso di colpa, proposto dal giudice settimanale Wolkerina se questa volta, tra me e la pubblicazione, non si fosse messo un fastidioso ed inspiegabile errore di connessione al sito che mi ha impedito di generare la citazione. Mi accodo quindi oggi, per il secondo personale fuori concorso, dopo aver finalmente generato la citazione che mi era stata evocata leggendo ieri quella, biblica, della ‘povna.

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Inutile aggiungere che io ritenga la presente perfettamente esemplificativa dell’origine ancestrale del senso di colpa di cui, che lo si voglia vedere o meno, sono impregnate tanto il cattolicesimo quanto le grandi sorelle monoteiste (sì, lo so, questi son giorni di mio particolare risentimento nei confronti di certe uscite degne del peggior oppio dei popoli).
In compenso, detto ciò, posso semmai coniugare il mio personalissimo, materialista e vagamente ludico senso di colpa nell’aver dovuto cedere, per cause di forza maggiore (vedi la discesa in fiume andata a monte, come scrivevo qualche riga fa), all’utilizzo di un noto sistema di messaggistica istantanea multi-piattaforma che oramai da qualche tempo arride alla fortuna di Marc Zuckerberg. Mi consolo pensando che c’è chi sta messo peggio, come rende perfettamente l’idea questo sagace scritto letto giusto giusto questa mattina in treno.

Colgo, ad ogni buon conto, l’occasione per ricordare che la campagna #ioleggoperché volge al termine ed entra nel vivo con gli appuntamenti più salienti, tra cui quello conclusivo, a Milano, del 23 aprile. Noi (non è un immodesto plurale majestatis, è solo per dire che non sarò da solo nell’iniziativa ma affiancato da cari amici e compagni di vita) ci metteremo del nostro circa una settimana prima, il 17 aprile (giorno di ricorrenze, per altro), come già annunciato qualche giorno fa. Si chiacchiererà di #ioleggoperché, di scrittura, molti libri passeranno di mano in mano in forma di regalo o di scambio (chi vuole maggiori informazioni mi faccia sapere in commento).

Per chiudere, una piccola postilla: ho appena letto che Eduardo Galeano, scrittore sudamericano da me tanto amato, se ne è andato oggi. Ecco, questa breve postilla è semplicemente per aggiungere che, se #ioleggoperché è la domanda, per quanto mi riguarda il suo nome e cognome sono, oggi, più che sufficienti come risposta.

21 thoughts on “tra improbabili proposte e sensi di colpa

  1. citazione che mi ha fatto sinceramente sbellicare.
    E in Irlanda, paese ultracattolico ma in cui ormai possono sposarsi anche i gay, le riduzioni per famiglie con figli ci sono particamente ovunuqe.

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  2. non si pensa neanche ai monoreddito con figli… 😉 comunque, a parte la battuta, secondo me basterebbe fare a rotazione… della serie, a gennaio lo sconto per i single, a febbraio per gli over 60 etc… e, per rispondere a mazzamerije, forse a Milano le offerte (non solo di cartello ma anche di prezzi) sono più varie. Qui, nella provincia più provincia del mondo (cit.), io e il pargolo per il film in 3D abbiamo speso un totale di 12,5 euro . A teatro, in galleria, un adulto ne spende almeno il doppio.

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    • mah, non saprei quanto una rotazione possa essere davvero utile, alla lunga. fuori dalle battute, per me il lavoro da fare sarebbe alla radice: investire (a livello governativo, intendo) nella cultura, rendendosi conto che produrrebbe ricchezza, anziché credere – come credono – che siano investimenti a fondo perduto.

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  3. Pingback: #Citaunlibro: fine dell’ottava sessione | Good Intentions

  4. Sì, concordo con il tuo ultimo commento Amme, è così, personalmente ho un teatro dietro casa, uno con una bella programmazione, se ci fossero promozioni, sconti, agevolazioni, mi vedrebbero sempre, io e i ragazzi, quando vivevo nella Cittàrossa qualcosa in più si faceva, qui è il nulla e tocca fare delle scelte.
    La citazione meravigliosa, se fosse stata in concorso e io il giudice avrebbe vinto.

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    • mannaggia. dove abito io non ci sono teatri nel giro di svariati km. tristezza. inevitabile dover andare a milano, dove è vero che c’è più offerta ma lo sconto grosso, salvo alcune interessanti offerte di teatri minori, è solo sugli abbonamenti stagionali.
      grazie per l’apprezzamento della citazione!

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  5. Pingback: 23 aprile: non è una ricorrenza, ora e sempre #ioleggoperché | ammennicolidipensiero

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