la festa degli uomini liberi

E allora via, verso Milano, ché la festa sta per cominciare.
Sì, perché di fatto per me festa è al pari di un Natale, di una Al-Adha o di uno Yom Kippur per un credente. Si va, a festeggiare liberazione e libertà assieme (per la seconda, rimando alla bellissima riflessione di iome), a ricordarci si quanto sia fondativamente più importante la “libertà da” rispetto alla “libertà di“; si va a festeggiare un concetto di resistenza che non s’è chiuso con il 1945, ha solo assunto forme diverse: anche per questo, un rimando a chi l’ha già detto, e meglio di me: PPP, a ricordarci che siamo ancora pieni di cose a cui resistere.

“Il fascismo, il regime fascista, non è stato altro, in conclusione, che un gruppo di criminali al potere. E questo gruppo di criminali al potere non ha potuto, in realtà, fare niente. Non è riuscito a incidere, nemmeno a scalfire lontanamente, la realtà dell’Italia – realtà che il fascismo ha dominato tirannicamente ma che non è riuscito a scalfire. Ora invece succede il contrario: il regime è un regime democratico eccetera eccetera, però quella acculturazione, quella omologazione che il fascismo non è riuscito assolutamente a ottenere, il potere di oggi, cioè il potere della civiltà dei consumi, invece riesce a ottenere perfettamente; distruggendo le varie realtà particolari, togliendo realtà ai vari modi di essere uomini che l’Italia ha prodotto in modo storicamente molto differenziato. E allora questa acculturazione sta distruggendo in realtà l’Italia, e io posso dire senz’altro che il vero fascismo è proprio questo potere della civiltà dei consumi. E questa cosa è accaduta tanto rapidamente che forse non ce ne siamo resi conto: è avvenuto tutto in questi ultimi cinque, sei, sette, dieci anni; è stato una specie di incubo in cui abbiamo visto l’Italia intorno a noi distruggersi e sparire. E adesso, guardandoci intorno, ci accorgiamo che non c’è più niente da fare.”

Si va, tra amici, volti noti e meno noti, volti di età a coprire un lasso di tempo così ampio, da quella degli ultimi partigiani rimasti dalla seconda guerra mondiale fino ai neonati, che non mi finirà mai di stupire. Buon 25 aprile a tutti.
resistenza-papavero-ape

23 thoughts on “la festa degli uomini liberi

    • entrambe assolutamente necessarie: ho come l’impressione che oggi la grande importanza della libertà “da” sia ampiamente sottovalutata; non solo dal punto di vista “materiale” (da una dittatura, da un oppressore), ma ancor più, forse, dai tanti condizionamenti (i flic-dans-la-tête, per usare un’espressione a me molto cara) che indirizzano il nostro quotidiano.

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  1. Pingback: #mappiamolitutti | ammennicolidipensiero

  2. Il fascismo ha omologato, ancor di più il nazismo. Il fascismo specialmente, ha elevato una cricca di buffoni (Mussolini era un buffone, prima di essere un dittatore servo di padroni e finanza) a una casta burocratica di tragici giullari (uccidevano, rubavano e facevano ridere chi tifava per loro). Basta capire che il fascismo è figlio legittimo del capitalismo, nonostante si sia attuato in chiave antiliberale. Il fascismo usava le corporazioni per omologare, il capitalismo usa il libero mercato col consumismo…nomi diversi, stesso schifo. In entrambi i modelli abbiamo una cricca di privilegiati che ruba…
    Ribellarsi al fascismo e al nazismo è stato fatto con le armi ma per ribellarsi al liberismo sfrenato, occorrono rivoluzioni culturali.

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    • assolutamente d’accordo. consapevole del fatto che mettere in discussione il proprio stile di vita – ridurre i consumi, consumare criticamente, autoprodurre, etc etc – è più faticoso che abdicare ad un’ideologia radicata. anche i nuovi fascismi sono figli legittimi della paura che il nostro stile di vita venga in qualche modo messo in discussione.

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