Ieri sera siamo stati ad una prima teatrale, a Pavia, quella de L’amico degli eroi, di e con Giulio Cavalli (pregevolmente accompagnato in scena dalle musiche di Cisco Bellotti) – un progetto teatrale nato su un progetto di crowdfunding. Una prima di lusso: la cornice era quella di un teatro d’opera, con patrocinio istituzionale e, nonostante il giorno infrasettimanale, un cospicuo pubblico (mediamente molto giovane, per altro, e già questo è indubbio motivo di riflessione).
Se c’è una ragione per strappare dieci righe di post a una giornata abbastanza caotica, approfittando del treno del rientro, è perché non vorrei assolutamente perdere l’occasione per invitare i lettori di questo blog a partecipare ad una delle prossime repliche. Se c’è una ragione, a monte di ciò, per partecipare ad uno spettacolo teatrale nel quale, nell’anno 2015, si narrano le vicissitudini (o meglio, come recita il sottotitolo, «parole, opere e omissioni») di Marcello Dell’Utri, accadute nei quarant’anni abbondanti precedenti e con procedimenti penali ormai passati in giudicato, è il credere che gli esercizi di memoria, in questo paese, non siano mai troppi, e non sia quindi così inutile ricordare i passaggi, i fondi illeciti, le amicizie e le connivenze mafiose che hanno accompagnato l’ascesa politica delle persone e della fazione che hanno governato le sorti dell’Italia nell’ultimo ventennio – e gli altrettanto vergognosi silenzi/assensi delle controparti. Se c’è una ragione, lo spettacolo di Giulio Cavalli la offre, coniugando piacevolmente teatro di narrazione, musica, memoria ed impegno civile.
La mafia non esiste. Non è che tu vai in un posto, bussi e chiedi «È qui la mafia?».
Non ha un direttore generale. La mafia è uno stato d’animo.
[M.D’U.]
QueSto tipo di teatro è forte ed efficace nel tener viva la memoria.
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già. l’arte in generale è probabilmente veicolo imprenscindibile di memoria, ma non posso nascondere un debole per il teatro di narrazione (vedi paolini e 9 ottobre, appunto…)
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Condivido il debole
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Questo Paese ha la memoria dei pesci rossi. O, come disse una volta Paolini in un suo spettacolo (credo I.Tigi) “A noi italiani l’indignazione dura meno dell’orgasmo. E dopo viene il sonno”.
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oggi è giorno di paolini: ho giusto appena letto il post di pendolante. la citazione fa il paio con l’incipit di itis galileo, comunque: “qualunque cosa gli italiani incomincino, finisce prima”
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Mamma mia, la frase di Dell’Utri con cui chiudi il post mi ha fatto venire i brividi.
Spero che passi anche dalle nostre parti, se così fosse andrò sicuramente a vederlo. Grazie della condivisione.
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eh lo so. se fai un giro in rete e rileggi tutte le sue dichiarazioni, poi, altro che brividi…
(sul sito di giulio cavalli, alla pagina appuntamenti, trovi il calendario aggiornato. per ora ci sono segnate le date al piccolo di milano in primavera)
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Sono andato a cercare subito stamattina e ho visto date fino a novembre e poi qualcosa a maggio 2016. Mi sono iscritto alla newsletter, così da essere aggiornato!
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Grazie amme, ora controllo subito se ci sono date e luoghi per me ‘comodi’. Comunque è verissimo, più che corta questo paese non ha memoria, ma perché gli fa (o crede che gli faccia) più comodo così.
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Grazie. La rete serve anche e soprattutto a questo: a sapere.
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Bella segnalazione, terrò d’occhio i movimenti di questo spettacolo e spero di riuscire a vederlo.
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