paraculically correct

Sono solo io che vedo una gran paraculata nell’immagine che da questa mattina campeggia su tutte le porte d’ingresso dei reparti della struttura ospedaliera presso cui lavoro? Oppure devo essermi perso qualcosa: evidentemente i camici bianchi non ne possono più, ultimamente, di auscultare tutti quei pazienti che indossano un casco AGV integrale durante la visita.

O tempora***, o mores.

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*** con l’occasione, approfitto per ricordare che il tema in corso su I discutibili racconta proprio di tempi (a ciascuno il suo).

55 thoughts on “paraculically correct

    • sì, ne capiterà anche, per carità, ma la mia era ironia riferita ad altro, per me rimane ridicolo il cartello: detto più esplicitamente, non è certo quella la ragione che ha spinto la regione lombardia ad affiggere con l’inizio del 2016 questi cartelli in tutti gli ospedali e gli uffici pubblici…

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      • Sì, avevo colto il senso del tuo post, e nemmeno io so come si sia arrivati a questo cartello.. per rimanere in tema, io aggiungerei un divieto di prelievo dal bancomat a chi indossa un berretto con visiera o un cappuccio, che li nascondono alla telecamera (e sai in quanti lo fanno?) 😉

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    • come dicevo a la il@, che sia legge nessuno lo mette in dubbio, lo è sempre stata, ma la mia ironia era riferita ad altro: non è certo per via di chi entra con i caschi il motivo per cui il cartello è comparso in tutti gli ospedali e gli uffici pubblici della regione lombardia con l’inizio del 2016. quel simbolino del casco per me rimane un puro giustificativo di etichetta per i due successivi.

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          • Dal 1991 ti basta? E come ti ho detto prima il concetto di tempi “sospetti” non rientra nel mio vocabolario su questo tema… 😉 Secondo me la tua osservazione è dietrologica, e non corrisponde al vero, concordo con Spersa e altri. Poi magari mi sbaglierò io, sta di fatto che quei cartelli coi caschi nascono negli anni Settanta, e periodicamente tornano, aggiornati (all’inizio erano solo in italiano) e per me non sono né nuovi, né pretestuosi, ci faccio tanto caso quanto a quelli del non fumare, passato i primi sei mesi della legge Sirchia mi parevano solo che scontati.

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          • ‘povna, cerchiamo di capirci, la mia non è dietrologia, è semplice ironia su un accadimento di questi ultimi giorni: nel 1991 esistevano i cartelli con le foto del divieto dei caschi, va bene, ma io sto parlando della delibera della regione lombardia (prendo un link a caso, questo) che è stata intenzionalmente motivata da ed indirizzata ad altro, non certo ai caschi, con l’obiettivo di “chiarire meglio i destinatari” di ciò per cui esiste già una normativa nel testo unico per la sicurezza. quel caschetto disegnato lì, per me, ha non certo esclusivamente – a norma di legge – ma almeno in parte una ragione di facciata, a maggior ragione considerando la scelta non casuale delle lingue riportate sul cartello. in altre parole, la mia semplice considerazione è che se non ci fossero state le ragioni date delle vignette due e tre, in regione lombardia non si sarebbero mai sognati di fare una delibera per far uscire un cartello simile con disegnato un casco col divieto, tutto lì. che poi, ripeto, sia di legge e che sia un problema regionale, per carità, niente da dire.

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          • Bah. A me pare che tu stia costruendoci sopra, dicendo che è ironia, un caso politico, molto chiaramente. Il volto coperto non ci vuole, e il volto coperto lo porta chi mette il passamontagna, il casco e il velo, sic est. Poiché il velo viene portato anche, in larga parte, da persone che osservano una determinata tradizione religiosa si dà loro agio di capirlo nella lingua di quella tradizione. Secondo me, si può leggere così, come hanno fatto Spersa e Il@, peraltro, e considerarlo un atto dovuto, non importa se tardivo o anticipatario. Oppure si può costruire sopra un caso rispetto alla cattiva regione Lombardia. Per quanto mi riguarda, ci sono due livelli: c’è una legge? Sì. Questo cartello aiuta a rispettarla? Sì. Ottimo. Secondo livello (non interessante a livello civico): io sono d’accordo con questa legge? Sì. Sono contenta che un cartello aiuti a rispettarla? Sì. E poi faccio serenamente altro, passando oltre con molto piacere.
            E con questo, per me, satis, e chiudo! 🙂

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          • ma guarda che su quanto dici non sono mica in disaccordo, né sulla legge né sul fatto che un cartello aiuti a rispettarla. chi ne fa un caso politico sono proprio i nostri governanti lombardi (basta leggere ovunque in rete le loro dichiarazioni in merito a questi cartelli), per cui semplicemente aggiungevo, in tale contesto, che viste le motivazioni che hanno spinto al provvedimento mi sembra ridicolo e di facciata quel divieto col caschetto, tutto lì. per il resto vivo molto bene passando oltre ugualmente anch’io 😉 ciao!

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    • vedi commenti sopra, temo non si sia capito il riferimento ironico. non criticavo la legge, né tantomeno il fatto che sia fatta rispettare: è la presenza di quel simbolino col casco nel cartello comparso a inizio 2016 che mi fa sorridere, dal mio punto di vista puro giustificativo per mostrare i due successivi, vero obiettivo del cartello, con la coscienza pulita della par condicio.

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  1. Beh a me in virtù di questa norma hanno fatto fare, per approvarla, una foto per la carta di identità nuova dove non sono io: via gli occhiali, via il ciuffo dalla fronte (non dagli occhi eh, proprio dalla fronte) rifare per lleggerissima ombra sul collo creata dalla macchinetta per le foto tessera… No dai… E il cartello che in comune spiega tutto ciò. Dice anche che la foto non deve essere fatta col velo eh…

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  2. Direi che la discussione con Spersa e Povna è stata già abbastanza approfondita, per cui non ho molto da aggiungere. Sono d’accordo sul fatto che se c’è una legge, questa va fatta applicare e va comunicata come meglio si ritiene. Adp, il casco non è poi così strano: basti pensare al caso Musy, a Torino, per cui il casco integrale ha rappresentato il vero ostacolo alle indagini.
    Che poi, in questo specifico momento storico, si voglia spingere tutto verso la terza figurina in maniera populistica, è un dato di fatto.

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    • guarda, stefano, in realtà più ci penso e più quel cartello, oggi, mi sembra ridicolo in toto perché davvero fa emergere solo gli aspetti legati alla terza figurina. il senso della legge è legato all’obbligo di mostrare in luoghi pubblici la propria identità e apre un discorso molto più complesso sul diritto – legittimo o non – di coprire il volto per motivi religiosi (di cui non parlo in questa sede perché non è il punto). il divieto di portare il casco è riferito non al testo della legge regia del 1931, ma è stato esplicitato con la legge del 1975, quando i motivi erano dettati dalla situazione sociale e politica: uno, non c’era l’obbligo del casco in moto e, due, chi faceva attentati terroristici li faceva con il casco in testa e il più delle volte sul sellino posteriore di una motoretta. ecco, diciamo che faccio davvero fatica a separare l’affissione del cartello dal momento storico, molto più vicina a questo che non alle ragioni e al senso della legge – e questo è forse il senso ultimo del micro-post.

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  3. Uh comunque, io son quella che se scende dalla vespa per chiedere un’informazione tiene il casco addosso anche se entra in un bar. E per la proprietà transitiva gli adolescenti col cappuccio in testa io li vedo uguale. Il punto è che secondo me dovremmo smettere di avere delle paure del cazzo, perchè son queste che ci rendono isterici e mi pare che non ci proteggano mica tanto.

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  4. Dunque siamo a Carnevale… se mi vesto da Zorro e mi viene uno schioppone non mi ricoverano perchè ho la maschera? Nemmeno se mi vesto da Arlecchino o da Brighella che sono maschere lombarde?
    Pulcinella invece lo mettono direttamente come quarto divieto, accanto alla suora… Perchè, quella col velo accanto al passamontagna, è una suora, vero?
    Ma pensate davvero che un cartello simile garantisca davvero una qualche parvenza di sicurezza? Suvvia siamo seri….

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    • aaaaah, grazie, mi hai dato due input interessantissimi.
      primo, la legge regia effettivamente prevederebbe che “È vietato comparire mascherato in luogo pubblico. […] È vietato l’uso della maschera nei teatri e negli altri luoghi aperti al pubblico, tranne nelle epoche e con l’osservanza delle condizioni che possono essere stabilite dall’autorità locale di pubblica sicurezza con apposito manifesto.”. ecco, regolati. 😛
      secondo input: la suora. questo, ti ringrazio, è il quid che mancava a questo post: nessuno si sognerebbe mai di dire a una suora clarissa cappuccina (il modello-pinguino dei blues brothers) magari con sciarpa sotto il naso (d’inverno, non è così improbabile) di levarsi ciò che indossa perché il viso è coperto. aggiungerei: nessuno si accorgerebbe della sua presenza. due pesi (e due dei, e due oppi) e due misure…

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      • Quello della suora non è un tema da poco… I capelli fanno o non fanno parte del volto? Se per riconoscere una persona i capelli sono una caratteristica importante allora anche la suora si deve levare il velo… E il medico che gironzola per l’ospedale con la mascherina?
        Se fossi un terrorista e volessi entrare in un ospedale mi metterei un camice e una mascherina da chirurgo, che si comprano facilmente ovunque… Alla faccia dei cartelli…

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        • è chiaro, fin troppo ovvio: tunisia docet, chi ha voluto passare inosservato è arrivo dal mare con i kalashnikov nascosti sotto un ombrellone.
          non per questo, però, l’associazione subacquei di vattelapesca deve essere considerata un covo di terroristi. chiudo con un link, questo, suggeritomi da roceresale. è detto tutto.

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  5. Senza entrare strettamente nel merito del post perchè è un terreno piuttosto scivoloso (almeno secondo il mio parere…) metterei un cartello a Montecitorio che vieti l’accesso a chi ha la faccia come il culo (scusate il linguaggio ma “sedere” rende ovviamente meno).
    Sai che deserto?

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    • credo l’abbiano pensato in molti. aggiornamento del 28 gennaio 2016: il cartello sulla porta a vetri, quello che fotografai qualche giorno fa, non si sa come non si sa perché, è sparito. vandalismo? (giuro, io non c’entro). ripensamento della giunta regionale? (non sembrerebbe) giustizia divina? visite di rouhani in programma? mah…

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  6. Circa la giustizia divina sono piena di dubbi Non esiste, su questa terra, e questa è una certezza. In un’altra dimensione… forse. Il domandone è esiste un’altra dimensione? Ma non credo sia utile domandarselo.
    Per il resto: ripeto. Terreno molto scivoloso e qui le cento sfumature di grigio ma anche le mille.. gli fa un baffo..
    Buona serata…

    Ps stamattina sono passata dalla Signora Luisa – Il Domani. Ivano cantava. Gliel’ho anche detto: che bello quando qualcuno canta.. specie la mattina.
    Non c’entra niente… ma a volte una cantatina, uno che fischietta, fa bene al cuore.

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    • ma dai combinazione! pensa che stamani sono stato lì pure io, dopo un mesetto buono che non entravo! facile che non ci siamo incrociati per poco… vero, comunuque: anche a me loro mettono sempre buon umore!
      p.s. ovviamente “giustizia divina” voleva essere ironico 😉

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